Cinque Domande Su Come Gestire Team Remoti
La mia breve intervista per The Hybrid Hacker in cui parliamo di carriera, fiducia, efficacia, riunioni, e sfide per chi dirige team remoti.
Nicola Ballota, autore di “The Hybrid Hacker” mi ha intervistato riguardo un tema a me caro: gestione di team remoti.
Parte dell’intervista è gia stata pubblicata nella sua newsletter di oggi (che vi consiglio di seguire con attenzione).
Pubblico qui di seguito la versione integrale delle domande e delle risposte.
Nicola: Potresti presentarti brevemente e condividere qualcosa sulla tua esperienza con il lavoro remoto?
Luca:
Ho trascorso oltre vent'anni nel campo digitale, ricoprendo vari ruoli.
Nella prima fase della mia carriera ho fatto l’ingegnere del software in piccole aziende di provincia. Poi, rocambolescamente, mi sono trovato a dirigere team di marketing in startup internazionali.
Negli ultimi dieci anni, ho guidato team di sviluppo in Automattic, l’azienda distribuita che porta avanti prodotti come WordPress.com, Jetpack, Tumblr, e molto altro.
La mia carriera ha sempre comportato un certo grado di lavoro remoto. In Automattic, ho adottato completamente un modello distribuito; non c'era una sede centrale, nessun ufficio fisico e nessun obbligo di essere in una specifica località geografica per fare il proprio lavoro.
All’inizio del 2023 ho fondato Remote Leadership Works che aiuta i dirigenti a raggiungere il loro potenziale, permettendo loro di esplorare e trasformare il loro modo di dirigere team di persone.
Nicola: Con alcune grandi aziende tecnologiche che stanno riconsiderando il lavoro remoto, qual è la tua opinione sul movimento di Return-to-Office?
Luca:
La spinta per far tornare i dipendenti in ufficio segnala un problema più grande con cui le aziende devono fare i conti. La pandemia globale ha fatto sì che le aziende rivalutassero le loro politiche di presenza in ufficio. Nel frattempo, le persone hanno riconsiderato il loro rapporto con il proprio lavoro e la loro vita privata. Hanno anche rivalutato le proprie aspettative nei confronti del proprio impiego.
La classe dirigente è in grave difficoltà, si sente più confusa che mai. I vecchi paradigmi basati su carote e bastoni non funzionano più. I manager esperti hanno bisogno di aiuto per relazionarsi con le generazioni più giovani. Inoltre, i metodi avanzati di leadership promossi negli ultimi vent'anni stanno rivelando i loro difetti.
Alcune esperienze aziendali all’avanguardia mirano a sostenere la felicità dei dipendenti, e la inseguono come metrica primaria per il proprio successo. Tuttavia, non siamo sicuri della definizione attuale di "felice". In passato, l'essere felici era definito da un salario più alto e l’offerta di benefit come i buoni pasto, e le auto aziendali. Ora, quel metodo non funziona più.
La classe dirigente si rende conto di essere più debole che mai e questo la rende conservatrice. Le aziende tornano a sognare il loro periodo d'oro e tentano, come possono, di tornare indietro. Un chiaro passo in questa direzione è l'adozione delle politiche di ritorno in ufficio.
Nicola: Puoi condividere una particolare sfida che hai affrontato mentre gestivi team remoti e come l'hai affrontata?
Luca:
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